Due manichini anatomici sono oggi conservati nella cappella Sansevero. Due manichini inquietanti, che in una città come Napoli non potevano che suscitare centinaia e centinaia di leggende sulla loro realizzazione.
La vera storia dei due modelli dice che la realizzazione ne fu commissionata da Raimondo di Sansevero ad un anatomista palermitano intorno al 1763. La leggenda popolare, invece, raccontava che nella realizzazione fosse intervenuto direttamente il Principe, tesi smentita da recenti studi.
L'eccezionale precisione del sistema circolatorio ha alimentato la credenza popolare secondo cui i due corpi sarebbero stati il risultato di esperimenti alchemici condotti dal Principe di Sansevero su due servi ancora in vita, iniettando nei loro corpi una sostanza di sua invenzione a base di mercurio che avrebbe trasformato il sangue in metallo. In realtà le vene e le arterie sono state realizzate con cere colorate, fili di ferro e fibre di seta.
Il bacino dello scheletro femminile presenta lesioni compatibili con traumi da parto, non escludendo quindi che la donna fosse deceduta durante il travaglio.
Ai piedi del corpo della donna era conservato un feto che, a detta dello stesso Raimondo di Sangro, era il frutto di un parto sfortunato durante il quale era deceduta la donna. Il corpicino era stato predisposto con eccezionale bravura ed esposto con i resti della placenta e del cordone ombelicale. Oggi il feto non è più visibile, trafugato da ignoti negli anni '90.