Nella nostra cultura si parla poco o niente della morte, soprattutto in presenza dei bambini.
Così facendo non si prepara un bambino a questo evento di passaggio inevitabile. Proprio noi che affondiamo le nostre radici in una cultura cattolica viviamo il passaggio in modo tragico.
Da noi il funerale viene vissuto in maniera cupa, ma ciò non è d'aiuto ai bambini, che hanno bisogno di capire fin da subito che la vita continua, come si comprende meglio nelle culture in cui si mangia e si beve dopo i funerali.
I genitori che possono contare sul proprio credo religioso sono in grado di raccontare storie più edificanti e messaggi di speranza.
Per chi è non credente, non è corretto prendere a prestito spiegazioni religiose se non si crede, ma non si deve commettere l'errore di rispondergli brutalmente che non ci sarà più niente dopo la morte.
Può essere d'aiuto spiegare che gli insegnamenti della persona scomparsa, il suo ricordo, continueranno a esserci accanto anche se in modo diverso. Hanno lasciato un segno che andrà al di là della pura esistenza.
L'importante è non essere evasivi di fronte alle loro domande. Occorre trovare il modo più affine al proprio modo di pensare e con estrema delicatezza dare risposte esaurienti ai propri figli.